Partenze

E torno di nuovo qui, ancora shockato dalla notte degli Oscar e con il portafoglio vuoto per diverse spese che ho sostenuto negli ultimi tempi: quando decisi di andare a vivere da solo, tutti mi dicevano “è dura…occhio alle spese…” ed è un consiglio che ho seguito alla lettera ma che, purtroppo, non sempre ha i suoi risultati.
Quindi fine settimana a casa a causa del vuoto che alleggia nel portafoglio e domani partenza per Stoccolma per impegni lavorativi.

Almeno stasera mi divertirò a preparare la valigia 😉

Dormiveglia + orrore Sandra Bullock

Che gli Oscar siano una semplice vetrina di riscontro di strategie marketing passate, è ormai un dato di fatto. Un pò come gli MTV Music Awards: la casa discografica pompa così tanto un’artista che, seppur schifosa, riesce ad ottenere premi su premi.
E’ ben lontano il 1996 quando a vincere gli Mtv Awards furono gli Smashing Pumpkins, Alanis Morrisette, Metallica, Fugees, Beck, Bjork e Coolio, ossia gente e gruppi non proprio ultimi arrivati. Basti pensare che quelli del 2009 li hanno vinti Beyonce, la Spears, Lady GaGa, Eminem e Green Day…

Comunque, ritornando agli Oscar, penso che la pubblicità e le strategie marketing dei mesi precedenti spingano tantissimo la premiazione dei film e degli attori.
Sono rimasto sveglio fino a notte tarda per assistere a questa cerimonia (e non potete capire quanto è palloso a volte non capire cosa dicano ed affidarsi ai commenti degli inviati italiani) e ho sorriso quando Avatar, film che rivoluzionerà il cinema ma dalla trama merdosa, ha perso lo scontro in “famiglia” (Cameron e la Bigelow sono stati sposati) con The Hurt Locker.

Attendevo con ansia la premiazione della miglior attrice, essendo in gara Carey Mulligan (protagonista di An Education) che mi ha davvero impressionato per la sua interpretazione di Jenny.
Risultato: il primo Oscar è andato a Sandra Bullock!
No dico… Sandra Bullock!
Una che non è riuscita a recitare bene neanche in Crash:Contatto Fisico.

Ho spento la tv  ancora prima che la Bullock salisse sul palco.

Diceva bene Guzzanti

Corrado Guzzanti, quasi dieci anni fa, coniò un grandissimo slogan a proposito de La Casa delle Libertà:

facciamo un pò come cazzo ci pare!

Ossia la prova vivente delle dichiarazioni che oggi ho letto su Corriere.it

Del resto, ancorché preoccupato, sembra che il Cavaliere sia convinto che alla fine si troverà una soluzione: non è possibile— ritiene— che nella regione della Capitale il primo partito del Paese, accreditato del 40% dei consensi, venga escluso dalla tornata elettorale, che «la burocrazia prevalga anche in un caso del genere, così importante».

Faccio notare che non sono, come forse potete pensare!, uno “scrittore intellettuale sinistroide” che sfoggia il suo sapere per scrivere proclami a favore della democrazia e per alimentare l’idea che in Italia si stia procedendo verso una dittatura.

Semplicemente dico che le regole vanno rispettate, che ci sono dei termini utili per presentare le documentazioni e che fuori da questi termini…beh, si è fuori! Scuoto la testa nel pensare che un Presidente del Consiglio affermi quanto sopra detto, facendo passare la burocrazia e le regole per qualcosa che, in casi eccezionali, si possano pure infrangere.

Tanto facciamo un pò come cazzo ci pare!

In compenso mi ha fatto pena leggere l’intervista ad Alfredo Milioni, colui che è stato indicato come il colpevole dell’esclusione del PDL dalle regionali del Lazio.

UnEducazione

Il nuovo romanzo procede a rilento e a volte è uno strazio, non lo nego. Posso rimanere anche mezz’ora a guardare lo schermo e a fumare sigarette in attesa di un idea che non sia banale.
Se volessi scrivere banalità, chiamerei Federico Moccia.
Come se volessi scrivere di fantasy, chiamerei…
Licia Troisi? Macchè, sempre Moccia!!!
Uno che scrive di gente che scopa nei castelli, che scrive frasi luminose sui ponti o interrompe un concerto ad Ibiza per dire quanto ami una persona, può essere solo definito fantasy.

Così nel frattempo mi sta balenando in testa l’idea di scrivere una sceneggiatura per la tv. Una serie, magari una serie ironica come Scrubs o la più italiana Boris.
Nessun mistero alla Lost o alla FlashForward: non disdegno, semplicemente non ne sarei capace!
E con questo ho spiegato il perchè a volte mi incaglio nella stesura del romanzo: mi riescono meglio le situazioni ironiche, battute snocciolate al volo piuttosto che momenti di tensione e di mistero.
Perchè nel libro che sto scrivendo ci sono momenti di spensieratezza solo nelle prime pagine: dopo diventa tutto buio! Un pò alla Sleepers, per capirci (niente di depressivo, niente seghe mentali).

Penso che scrivere una sceneggiatura per una sit com alla Scrubs, piena di momenti ironici ed alcuni momenti di riflessione, mi verrebbe molto più spontaneo e forse potrei avere un discreto successo.
Tutta colpa della post lettura di An Education, di Nick Hornby, in queste settimane al cinema (mentre in libreria c’è la sceneggiatura) che accende la mia continua voglia di portare qualcosa di mio sul grande schermo.

E a pensarci bene, il mio romanzo si adatterebbe benissimo alla tv!
Ci sono solo un paio di problemi: non è terminato e nessuno mi si fila!

Sanremolo 1989-2010

Sinceramente non mi importa nulla del Festival di Sanremo dal 2000, anno in cui Napster e il P2P entrò nella mia vita e mi diede la possibilità di trovare la “mia” musica e non di accettare la “loro” musica.
Un universo così immenso che ancora sto esplorando.
Detto questo di Sanremo ho solo ricordi da bambino quando tutta la mia famiglia era riunita a casa di nonna per la cena del sabato e con l’occasione si vedeva la finale del Festival.

Ricordo il Festival 1989:
ad una canzone che ha fatto storia come “Almeno tu nell’universo” di Bruno Lauzi e cantata da Mia Martini o “Cosa resterà degli anni 80” di Raf, la giuria (grazie a Dio non c’era ancora il televoto!) preferì Fausto Leali con “Ti lascerò“, Jovanotti con “Vasco” e (oh mio Dio!!!) Francesco Salvi con “Esatto“.
Insomma: il Festival di Sanremo è sempre stato una merda, già venti anni fa!
All’epoca ero bambino e non potevo sapere che esistevano gruppi come The Cure, Guns ‘n Roses, U2, Depeche Mode e in alcuni locali già suonavano Nirvana e Smashing Pumpkins, oltre ai Massive Attack.
Per me la musica era quella di Sanremo e del Festivalbar: pensate che tristezza un bambino che crede che la musica sia Al Bano e Romina, Marisa Laurito (no dico…Marisa Laurito!), Enzo Jannacci, Toto Cotugno (si, sempre lui, intramontabile!), Gigi Sabani e Rossana Casale…
…mancava solo Magalli e sarebbe stata una grande zuppa di merda!

Festival 2010:
non me lo sono cagato, sia chiaro!, ma via youtube ho ascoltato Malika, Mengoni, Noemi e Irene Grandi e non li ho disprezzati. Sorvolo sul principe de sto cazzo (sarebbe come sparare sulla croce rossa) mentre faccio una piccola riflessione sul vincitore.
Sabato mattina, ossia 15 ore prima della vittoria di Scanu (chi???) al Festival, mi trovavo in Largo Argentina a Roma in quella stessa libreria del primo post e ci trovo, in vetrina, un grandissimo cartellone che pubblicizzava l’uscita del nuovo disco (oddio…aveva già un precedente??) di Valerio Scanu.
Mi sono rivolto verso la mia ragazza e le ho chiesto “ma sto Scanu….ma non l’avevano fatto fuori alla prima sera del Festival?” e lei “si…ma l’hanno ripescato…ma per favore!” e io, ancora perplesso, “si…ma… neanche fosse chissà chi…perchè tutta questa pubblicità per un artista di basso profilo??

Ecco, sabato notte ho capito perchè.

Le cose cambiano #2

Facendo due rapidi conti, oggi è il 48esimo giorno del 2010 e questo invece è il mio primo post dell’anno.
Oggi è mercoledì delle ceneri.
Sono vivo, non preoccupatevi, sono solo in mezzo ad un vortice di cambiamenti improvvisi o che si sono accumulati gli uni sugli altri.

Una serie di concerti, una dozzina di film in un mese, una cinquina di viaggi tra quelli di piacere e quelli di lavoro.
E una persona nella mia vita, dopo un anno dalla mia precedente storia e un turbine di sei mesi con diverse ragazze.
No, non sono quello scrittore bello e maledetto per cui tutte le donne fanno la fila, ahimè per me non lo sono. Di certo che dall’apertura di questo blog fino a fine anno diciamo che ci sono state diverse donne (alcune anche in contemporanea tra loro)

Ma solo questa ragazza è riuscita dove le altre hanno fallito: scongerlarmi!
E non parlo sul piano sessuale o su quello affettivo o su quello di intelligenza: parlo proprio del Piano, quello supremo, come una lunghissima mensola (una Lack, come da Ikea) dove ci sono tutte le cose importanti della vita e del futuro.
Non vorrei peccare troppo di superbia e di convinzione ma alla domanda sarà quella giusta? la risposta che mi viene è…si! O almeno me lo auguro.

Vediamo, viviamo, sorridiamo e, come sto facendo da diverso tempo, scriviamo!

Ireland

Siamo al 4 dicembre, tra 27 giorni saremo nel 2010.
Idee per Capodanno: zero!
L’unica voglia sarebbe quella di andare a Dublino, spendere senza pensarci i soldi per il viaggio, fregarmene quello che succederà dopo con le spese mensili.
E tornare magari con qualche pagina da scrivere o qualche idea da mettere nero su bianco, come mi succede ogni volta che sono a 100 km da casa.