…è una necessità!
é uno dei cavalli di battaglia di un mio amico, che qui cito, e che non verrà mai a saperlo…
Ho riflettuto su tante cose in questo periodo di assenza: è giusto nascondermi dietro ad un nick? è giusto portare avanti questo blog?
Ma soprattutto: è giusto rimuginare sul mio romanzo rifiutato?
Le risposte sono state: SI – SI – NO. Perchè la mia identità non deve influire sulle persone che leggeranno questo blog (ancora molto poche, non ho aggiornato più di tanto e non ho pubblicizzato quà e là questo spazio…). Perchè questo blog è una sorta di sfogo dalla mia verà identità, perchè il mio alter ego che scrive non è conosciuto da molti e non vorrei mettermi troppo a nudo con tante persone (non ancora).
E dopo qualche mese ho ripreso in mano il mio romanzo e… mi ha trasmesso poco! Sono sincero: la storia mi piace, come l’ho scritto mi piace ma ho notato che non sono molto discorsivo, anzi mi perdo molto dietro tante parole e concetti. Faccio un esempio stupido e inventato:
Sono andato a vedere un film al cinema: il negozio che si trova vicino al multisala mi ricorda quando da bambino mia madre mi portava a comprare dei maglioni di lana così fastidiosi che il più delle volte preferivo togliermeli, tant’era il prurito. Forse è a causa di quel prurito se non ho mai amato più di tanto la lana.
All’ingresso del cinema ho preso un sacchetto di pop corn…
Andando ad analizzare queste righe, si può capire che il testo riporta dei flashback con delle informazioni che possono ripercuotersi nel presente ma che, spulciando, non dicono nulla. Ho scosso l’attenzione del lettore che immagina il protagonista andare al cinema: nella sua mente, il lettore vede una persona che va al cinema e si domanda “come mai? cosa andrà a vedere? cosa succederà?”… invece queste domande gliele distruggo citando un flashback inutile che potrebbe essere inserito, non so, quando il protagonista sta scegliendo un capo di abbigliamento in una parte della storia. In quella situazione sarebbe appropriato, nell’esempio sopra fatto…no!
Queste “pause” sono frequenti nel mio romanzo e non ne permettono una lettura fluida: da migliorare!
Nel frattempo ho iniziato a buttar giù un paio di capitoli per un libro molto più impegnato dell’ opera prima e su cui dovrà avere la massima concentrazione: l’idea, a mio avviso, vale tantissimo!